La Serenissima apre nuovamente le porte della Biennale.
Dal 23 aprile al 27 novembre 2022 Venezia ospita la 59. Esposizione Internazionale d’Arte, a cura di Cecilia Alemani e dal titolo Il Latte dei Sogni.
Ispirata al libro per bambini dell'artista surrealista Leonora Carrington, la Mostra si delinea come un “viaggio immaginario” tra creature fantastiche, “attraverso le metamorfosi dei corpi e le definizioni dell’umano”. L’esposizione si articola in tre macro aree tematiche: la rappresentazione dei corpi e le loro metamorfosi; la relazione tra gli individui e le tecnologie; i legami che intrecciano i corpi e la Terra.
L’allestimento - che seppur semplice ed essenziale restituisce un grande impatto visivo– è curato dallo studio di design Formafantasma.
La 59. Esposizione, già di per sé speciale a causa della posticipazione dovuta alla pandemia (dalla prima edizione nel 1895, la Biennale è stata rimandata solamente in altre due occasioni: durante la Prima e la Seconda guerra mondiale), è inoltre per la prima volta curata da una donna italiana, che ha deciso di ribadire l’impegno all’inclusività di genere coinvolgendo un grande numero di artisti donne e non binari.
La Biennale in numeri: la Mostra includerà 213 artisti provenienti da 58 nazioni diverse. Di questi, 180 sono alla loro prima partecipazione alla Biennale. Il totale delle opere in esposizione è 1433, di cui 80 sono nuove produzioni.
La Mostra si articolerà tra il Padiglione Centrale ai Giardini e l’Arsenale, e sarà affiancata da 80 Partecipanti Nazionali negli storici Padiglioni.
Tra questi il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale che sarà a cura di Eugenio Viola. Repubblica del Camerun, Namibia, Nepal, Sultanato dell’Oman e Uganda saranno presenti per la prima volta. Tra gli espositori più interessanti il padiglione del Camerun che porta in mostra “Il tempo delle Chimere”, la cui piattaforma digitale che presenta una selezione di opere NFT, è stata realizzata in collaborazione con Artshell e Mr.Lawrence.
Anche quest’anno riflettori puntati sulla città di Venezia che si trasforma in un’incubatrice artistica ricca di eventi collaterali, che si uniscono al pluralismo di voci della Biennale.