Allison Katz
Foundations
Inaugurazione: giovedì 2 ottobre 2025; 18-21
3 ottobre – novembre, 2025
martedì-sabato; 11-18
Il 2 ottobre 2025, la Galleria Gió Marconi inaugurerà Foundations, una personale di Allison Katz con la partecipazione di Edna Katz Silver.
In questa nuova esposizione, una delle figure più rilevanti della pittura contemporanea mette in discussione il mito dell’artista e la sua definizione come voce autonoma. Per farlo, Katz invita la nonna paterna, l’artista novantenne Edna Katz Silver, a includere una serie di ricami dinamici realizzati nell’ultimo decennio come parte integrante della mostra. «Osservando più da vicino ciò che è sempre stato presente nella mia mente», spiega l’artista, «ho invitato Edna a condividere con me questa mostra personale, dando forma a uno scambio reciproco iniziato quasi dieci anni fa, quando per la prima volta le chiesi di realizzare una composizione a punto croce basata sulla mia firma».
La firma, motivo ricorrente in molte opere di Katz, rappresenta una chiave iconografica fondamentale della mostra e della sua pratica artistica: un indizio sottile che permette di indagare quali tratti del suo passato biografico si siano trasmessi, intenzionalmente o meno, nella sua arte.
Katz coinvolge nel suo percorso anche il suo storico gallerista Gió Marconi. Attraverso immagini tratte da foulard e cornici realizzati dagli antenati di Marconi – una discendenza di corniciai e produttori di tessuti divenuti mercanti d’arte – l’artista solleva interrogativi sull’eredità del gusto, sulla vocazione e sullo status sociale. Per Katz, tuttavia, la cornice e l’ornamento non sono soltanto rimandi biografici, ma occasioni per riflettere su ciò che costituisce la base stessa della pittura. «Il profilo della cornice rappresenta le prime quattro linee di qualsiasi immagine», afferma. «Inquadrare significa interrompere l’infinito, estrarre la trama della vita dal continuum». Lo stesso accade con il formato arabesco del foulard decorativo: disegnato ai margini, avvolge e provoca, oppure lascia vuoto il centro.
Sovrapponendo fonti eterogenee – materiali fotografici personali, giochi di parole, memorie e riferimenti provenienti dalla cultura visiva moderna, i nuovi dipinti di Katz si spingono oltre i confini di un albero genealogico pittorico, configurandosi come una riflessione sulle condizioni originarie della pittura. «Non esiste una tela bianca», osserva. «Qualcosa è sempre già presente: a partire dall’inconscio, fino ai mattoni del nostro DNA, alle condizioni strutturali, ai corpi delle persone amate, ai fantasmi di chi non c’è più. Tutte queste forze danno forma a piaceri e paure; una sorta di autoritratto non creato dal sé. Le fondamenta sono i nostri inizi, radicati sotto terra – ed è lo stesso termine (in inglese almeno) che si usa per indicare ciò che può accadere alla fine, con la costruzione di un’eredità».
Foundations è una raccolta variegata, interconnessa e intergenerazionale di nuove opere. Come sempre, Katz utilizza lo spazio espositivo come occasione per dare vita a un corpus inedito e per comporre un allestimento che favorisca nuove connessioni e interpretazioni. Il luogo, l’architettura e il contesto dell’esposizione sono parte integrante del suo processo, che amplia il suo ricco vocabolario di temi attingendo a fonti tangibili (elementi architettonici e d’archivio) e invisibili (sociali e personali). In Foundations, l’artista riprende alcuni dei suoi motivi consolidati e riconoscibili in nuove forme, accanto a esplorazioni in materiali inediti: bronzo, manifesti in seta stampata e cornici d’artista realizzate a mano in collaborazione con il padre.